L’arte di un Bloody Mary ben fatto
Rosso, deciso, iconico: il fascino intramontabile del Bloody Mary
Il Bloody Mary non è solo un drink: è un’icona. Con il suo colore rosso intenso e il gusto audace, mescola vodka, succo di pomodoro e spezie in un equilibrio perfetto tra intensità e freschezza.
Amato per la sua versatilità (sta benissimo al brunch, all’aperitivo e perché no, anche per un after-dinner), il Bloody Mary cocktail è diventato un rituale del weekend e una tela bianca per bartender più creativi.
Che sia servito classico o con guarnizioni sorprendenti, resta uno dei drink più riconoscibili e apprezzati al mondo.
Bloody Mary: storia di un drink tra leggende e cocktail bar
Le origini del Bloody Mary si perdono tra racconti affascinanti e contese internazionali.
Alcuni lo fanno risalire a un bar storico di Parigi, altri a una sperimentazione casuale durante il proibizionismo. Persino il nome è oggetto di dibattito: c’è chi lo attribuisce a Maria I d’Inghilterra, soprannominata, appunto, “Bloody Mary” per le sue persecuzioni religiose, e chi a una cameriera americana di nome Mary.
Quel che è certo è che il Bloody Mary cocktail ha attraversato oceani e decenni, evolvendosi fino alla sua codificazione ufficiale tra i cocktail IBA, senza mai perdere il suo spirito provocatorio e deciso.
Bloody Mary: ricetta IBA da seguire per un drink a regola d’arte
Preparare un Bloody Mary ben fatto significa trovare l’equilibrio perfetto tra forza e freschezza.
Gli ingredienti del Bloody Mary sono semplici ma precisi: ogni elemento ha un ruolo chiave nel creare un gusto deciso, speziato e leggermente acidulo.
La ricetta IBA prevede:
- Vodka (Absolut, ovviamente — perché anche i classici meritano il meglio)
- succo di pomodoro,
- succo di limone fresco,
- salsa Worcestershire,
- gocce di Tabasco,
- un pizzico di sale e pepe.
Tutto viene versato direttamente nel bicchiere colmo di ghiaccio e mescolato con delicatezza, senza shaker.
Identikit del Bloody Mary: calorie e gradi Chi l’ha detto che i cocktail sono sempre dolci e ipercalorici?
Il Bloody Mary rompe le regole anche qui. Grazie alla base di succo di pomodoro e all’assenza di zuccheri aggiunti, è uno dei drink più “light” del bancone: circa 120-140 calorie a porzione standard. Perfetto se vuoi qualcosa di gustoso ma non troppo impegnativo.
E la gradazione alcolica? Dipende dalla quantità di vodka, ma in media un Bloody Mary si aggira intorno ai 10-12 gradi alcolici. Il giusto compromesso tra intensità e bevibilità, soprattutto se servito all’ora di pranzo. In fondo, è uno dei pochi cocktail socialmente accettati anche prima di mezzogiorno.
Bloody Mary cocktail: un’icona che non smette mai di reinventarsi
Il bello del Bloody Mary? È come una tela bianca… cioè rossa. La ricetta classica è solo l’inizio: da lì, ogni bartender – o ogni brunch-lover – può sbizzarrirsi.
C’è chi lo arricchisce con cetriolo fresco, chi osa con olive, o persino gamberi a guarnire. L’Absolut Bloody Mary, ad esempio, prevede anche l’aggiunta di rafano per un tocco ancora più deciso e un bastoncino di sedano per un garnish croccante.
E poi ci sono le versioni con vodka aromatizzata: con Absolut Peppar (al peperoncino), ad esempio, il Bloody Mary diventa ancora più audace, perfetto per chi ama i contrasti forti e le sensazioni piccanti.
Insomma, il Bloody Mary drink è un classico che non conosce noia: cambia pelle, si adatta, sorprende. Ed è proprio questo che lo rende eterno.